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Black Swan, ovvero il Cigno Nero: Desideri e paure al femminile

Questa locandina del Cigno nero ha dominato a lungo gli avatar di facebook…

… Ma vi posso assicurare che l’immagine-locandina più significativa, oltre che esplicativa e geniale al tempo stesso, è invece quella che vi propongo qua sotto, che ora possiamo vedere sulla copertina del dvd/bluray uscito da qualche mese, dove possiamo vedere il volto della bellissima e bravissima Natalie Portman, così bello e perfetto ma al tempo stesso dilaniato da profonde crepe. Questa semplice immagine spiega attraverso un’abile sintesi il significato del film, perché qui non si parla semplicemente di lato chiaro e di lato oscuro della forza o di banale dualismo (come recita la solita pietosa e superficiale pagina di wikipedia italiana), ma qui si parla dei più profondi desideri e e delle paure femminili.

Nina (Natalie Portman) è una giovane ed eccellente ballerina che lavora in una prestigiosa compagnia di ballo a New York. Vive ancora con sua madre (Barbara Hershey, l’ottima Maria Maddalena de L’ultima tentazione di Cristo di Scorsese, qui l’articolo), anche lei del campo, ex-ballerina che pare abbia rinunciato a ballare a 28 anni poiché incinta della figlia, quindi piena di rimorsi e di pesanti aspettative nei suoi confronti, oltre che un bel po’ oppressiva… Con questo carico sulle spalle, Nina si impegna al massimo (fino a farsi veramente male alle dita) per avere il ruolo principale nel balletto che aprirà la nuova stagione, il Lago dei cigni: il posto è vacante in quanto la ballerina più importante, Beth (Winona Ryder), è stata appena estromessa dal piuttosto viscido direttore del corpo artistico, Leroy (Vincent Cassel), probabilmente perché troppo “anziana”. Questa donna, secondo fantasma del fallimento della madre, sarà a tratti una persecuzione per lei, terribile specchio di quello che non vorrebbe mai diventare, ovvero più matura e, nella sua mente, indesiderata, meno appetibile oltre che ovviamente impossibilitata a danzare ai massimi livelli, ergo con il massimo dell’attenzione possibile.

Winona Ryder nel ruolo della ballerina "anziana" da spodestare e cestinare: il classico eterno paradigma del complesso di Elettra in cui c'è una strega/madre/rivale cattiva da spodestare, il peggior incubo femminile: quello dell'invecchiamento

Il direttore Leroy sceglie, anche se non convintissimo, proprio Nina e vorrebbe che lei interpretasse nell’opera sia la parte del cigno bianco che quella del cigno nero. Nonostante la ragazza avesse addirittura sognato in precedenza di essere uno straordinario cigno nero danzante, si rivela bravissima nel lato tecnico, ma molto impacciata per quanto riguarda gli aspetti della scioltezza e della sensualità, non necessari per la fragilità del cigno bianco ma indispensabili per la sua controparte. In poche parole, Nina balla bene, ma balla come lo farebbe una ragazza frigida, tutto il contrario, a quanto sembrerebbe, della sua compagna Lily (Mila Kunis), che appare invece molto sciolta, anche se meno bella e meno brava di lei.

Mila Kunis: per il ruolo delle ninfs, non si sa perché, vengono scelte sempre ragazze dal viso piuttosto largo, tipo lei.

Già Nina non è che fosse un mostro di sicurezza e autostima, anzi. Eterna bambina, tenuta in casa dall’iper-apprensiva madre come in una campana di vetro (ovvero una stanzetta tutta rosa che non si può chiudere a chiave), sotto la scusa della perfezione e della danza naviga in un mare di insicurezze, nevrosi e paure. In queste condizioni di base, capirete come Nina non possa reggere, proprio a livello di nervi, il confronto con la rivale Lily. Come se non avesse mai superato il complesso di Elettra di voler essere la prediletta del padre, così vorrebbe tutte le attenzioni della figura dell’insegnante Leroy. Nina soffre che le cose non stiano così e, inizialmente, sembra pretendere di ottenere la seduzione dell’insegnante e la parte senza “macchiarsi” nemmeno un po’ perché teme di raschiare e intaccare anche un minimo la rinomata purezza della candida superficie del cigno bianco che le sembra di essere.

Natalie Portman e Vincent Cassel

Quando scopre l’insegnante e la rivale che fanno sesso (ma bisogna premettere che prima che iniziasse tutto ciò lei aveva già strane impressioni nella metropolitana, come se ci fosse una “doppia presenza”, quindi non è che stesse bene manco prima), Nina comincia ad avere strane visioni sempre peggiori. Non solo ha inquietanti visioni di una sé stessa altra, dark e “oscura”, ma incomincia a vedere il suo corpo cambiare, come succede nel film di Cronemberg “La mosca”, solo che lei vede crescere piume nere da sotto la sua candida pelle. E’ come se lei potesse metabolizzare solo attraverso una straziante e dolorosa metamorfosi, che la trasforma in un’altra e le dà un’altra identità, il fatto di essere anche cigno nero sotto la coltre del cigno bianco, ovvero di essere anche un po’ trasgressiva, un po’ sensuale, un po’ Lyly/Mila Kunis oltre che perfettina e frigida. In fondo sono semplicemente due facce dello stesso rapporto contrastato e mai bilanciato che il mondo femminile ha con il sesso. Spesso si parla di come i cigni neri vogliano essere in realtà cigni bianchi (vedi Pretty Woman) ma raramente si parla del desiderio invece di poter essere liberamente anche un cigno nero, davanti a tutta la platea, ovvero la società. Solo i più grandi fanno ciò, vedi per esempio Bunuel in Bella di Giorno, su cui sarebbe da aprire tutto un capitolo a parte, che farebbe inalberare i più, anzi le più, quindi per ora lasciamo perdere. Un altro parallelo può essere facilmente istaurato con il film di Cassavetes “La sera della prima”, in cui Gena Rolands non vuole interpretare la parte di una donna matura perché ha il terrore di invecchiare (e di apparire per sempre vecchia al pubblico). Ha anche delle visioni di una sua fan, che rappresenta tutto quello che lei vorrebbe essere e che può più essere, ovvero giovane e sensuale per tutto l’universo: con questo fantasma si scontra fino a “ucciderlo”, a uccidere la sua parte giovane e ad accettare di cominciare a essere un po’ più matura e meno bambina.

Gena Rowlands in "La sera della prima"(Opening Night) di Cassavetes

Analogamente anche Nina/Natalie Portman fà un tentativo del genere, però invece di colpire una parte di lei che non c’è più, colpisce una parte di sé che è vivissima e palpitante sul palco…

Vuoi vedere che non è questione di dualismo e di schizofrenia, ma solamente di sapersi accettare e riconoscere come sé stesse, anche se a volte si fa qualcosa che potrebbe intaccare la propria immagine di perfezione? Questa famosa immagine è stata monoliticamente simulata e costruita con inutile dolore nel corso del tempo, ma è più deleteria che altro. Nina ha addirittura un sogno omoerotico con la rivale Lily, quindi anche lei ha dei desideri, oltre che delle paure, come l’altra, come tutte. L’unica differenza è che non li realizza. Anzi lei sembra avere un bisogno di trasgressione maggiore rispetto all’altra ragazza (trasgressione delle rigide regole impostele dalla madre) e trasgredisce appunto andando con un’altra donna, che risulta per lei essere un gesto di ribellione addirittura più grande che andare con un uomo.

Che dire poi del film in sé? La regia di Aronofsky è molto ben fatta e ossessiva, segue da vicino il personaggio facendoci sentire direttamente dentro la vicenda. Poi sin da “Pi greco – Il teorema del delirio” il regista ci aveva abituati a ottimi personaggi borderline. Film d’apertura al 67esimo Festival di Venezia (dove Mila Kunis ha preso il premio Marcello Mastroianni), Black Swan ha ricevuto 3 nomination all’Oscar ( Miglior film, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio) più Natalie Portman ha ricevuto il premio per Miglior Attrice Protagonista, davvero meritatamente. Sarà che si era davvero identificata nel personaggio, dato che poi si è messa con il suo coreografo e ballerino che l’ha aiutata nelle difficili riprese? Oppure è semplicemente che questo film ci azzecca su molti aspetti del femminile, dato tutto il successo riscontrato da Natalie Portman-Cigno nero come icona?

 

Voto:

24 commenti su “Black Swan, ovvero il Cigno Nero: Desideri e paure al femminile

  1. Ottima la tua recensione. Mi piace molto il mondo in cui usi le parole. Il film è particolare, bellissimo, ossessivo ed incalzante. Ho trovato solo un unico punto a sfavore (sicuramente sarà solo una mia impressione) nel film l’analisi delle due parti è un po’ sproporzionata, cioè nella prima parte, le insicurezze del cigno bianco sono portate avanti per molto tempo quasi come fosse una salita molto irta, con le lotte interne di Nina, i suoi dubbi, i suoi sogni irrealizzabili, le sue frustrazioni per questo rapporto apprensivo della madre, mentre nella seconda parte, la Nina dark precipita, corre lungo una ripidissima discesa ed il suo lato scuro, ribelle è una intensa folata di vento che finisce dopo poco. Però forse anche questa ha contribuito a dipingere la vena inquietante del film. Ps: ma l’attrice de L’esorcista non era Linda Blair?

    • Sì, hai ragione, le parti sono sproporzionate, ma alla fine credo che serva a far vedere quanto Nina voglia “resistere” fino all’ultimo alla tentazione di diventare cigno nero. Ho notato che comunque dà segni di cedimento fin dall’inizio: l’autolesionismo, le impressioni in metro… Segno che questo cigno bianco così bianco non è… Al massimo sarà un grigiolino perla 😀
      La discesa alla fine è rapidissima perché in realtà lei non ha davvero bisogno di cambiare per diventarlo: è una sua interpretazione, una sua esorcizzazione per rendere più appetibile qualcosa che ritiene rischioso altrimenti. Tanto più da una parte cerca di essere perfetta e cigno bianco, tanto più prima o poi la china verso la ribellione sarà inclinata: la causa di tutto è l’iniziale severità e perfezionismo con cui tratta sé stessa, oltre che il concetto stesso di divisione.Vabbè oggi sto filosofeggiando, basta così…
      ps. Grazie mille per i complimenti! Per quanto riguardo il famoso refuso dell’esorcista ho risposto sotto 😉

  2. L’ex bambina dell’esorcista,Linda Blair?O Barbara Hershey?Ottima attrice,ma che non ha fatto l’esorcista?
    Ne parlano tutti bene di questo film che un po’ me lo hanno reso antipatico,però tiro fuori la mia parte femminile-essere cresciuto in cascina con nonna,zia,cugina,più altre donne del cortile e aver fatto le magistrali,mi rende uomo che “ama” le donne no?- e lo guardo
    Arofonsky o come si chiama è un regista che non sempre mi convince ,vedremo questa volta.

    • Il film ha avuto successo proprio perché sul fatto della natura femminile sentita erroneamente come divisa in due e antitetica, purtroppo ci azzecca troppo! Il successo dipende da quello e dal fatto che le più si comportano da cigno bianco volendo essere in realtà cigno nero ma è proprio questa divisione che comporta solo dolore e follia. Alla fine credo che sia un film molto scomodo ma mascherato: ho conosciuto ragazze a cui è piaciuto moltissimo e altre che hanno provato semplicemente una repulsione fortissima e sono dovute uscire dalla sala addirittura…

  3. Barbara Hershey non è la bambina de “L’Esorcista”. Linda Blair lo è. Abbiamo tutti voglia di puntualizzarlo subito ihihihihih. Un errore è concesso a tutti, via! 😀
    Black Swan è un film che mi ha angosciata dall’inizio alla fine. E’ un film che sa di “incubo notturno”. E’ come sognare ad occhi aperti e vivere le sensazioni orribili di un incubo mentre sei sveglia. Esci dalla sala ALLUCINATA. Per cui potrebbe anche far dire “non mi è piaciuto” perché a chi piace provare angoscia? Si può provare piacere ad avere “paura” guardando al sicuro un film nel buio della sala, ma provare “angoscia” non è desiderio di nessuno perché quest’ultimo è un sentimento privo di adrenalina ed è un’anticamera con una porta d’entrata ed una d’uscita. Se ci entri però devi uscire da dove sei entrata perché la porta d’uscita dell’angoscia è la follia. Molto sconsigliabile sperimentarla. 🙂
    Comunque un film se ti fa vivere un’emozione, sia pur essa negativa è per antonomasia un film riuscito. Che piaccia o meno.

    • Ma sì, dai, non credo che ci sia bisogno di trasformarsi in cigno nero (o in cigno bianco) per un refuso così 😉
      Hai ragionissima sul fatto dell’emozione e sul successo di un film e credo che fosse proprio quello l’obiettivo. Comunque il film vuole esorcizzare, secondo me, questo modo di vedersi divise in due parti, che non può che portare alla follia: non è una cosa sana appunto… e più che tornare indietro secondo me consiglia semplicemente di non operare questa stupida divisione che può portare solamente alla follia. Un bel paragone questo tuo delle porte comunque, molto visivo, mi piace

    • Ohi, avevo dimenticato di dirti Bentornata! 😀 Spesso dai nomi degli utenti non riconosco i rispettivi blog quindi ho risposto, nella fretta degli esami, un po’ così alla cieca, dove potevo senza sapere bene chi come cosa quando dato che i commenti erano tanti… però è bello vedere che mi correggete perché significa che li leggete e li leggete bene gli articoli!!
      A proposito aspetto quelli tuoi di articoli 😉
      Un salutone!

  4. Un’interpretazione a cui non avevo pensato, molto interessante! Come sai io avevo recepito un altro messaggio (la competizione, la gelosia, l’invidia che distruggono la psiche delle due fragili ballerine Portman/Ryder), ma devo dire che la tematica da te individuata mi intrippa un sacco. Complimenti per il colpo d’occhio e per la recensione! 😀

  5. Grazie a tutti per la segnalazione: ho corretto il refuso!! A volte faccio riferimento a cose che leggo sulle vignette cinematografiche ed evidentemente la mia memoria stavolta ha operato qualche “sincretismo” 😀
    Cercherò di non strapparmi le unghie a causa di questa mia perfezione mancata 😉

  6. Mi sembra complesso questo film, il contrasto tra bianco e nero è sempre presente in tutta la letteratura, anche Shakespeare perla di dark lady in contrasto con la poetica dominante che parlava di donne angelo (quindi bianche).
    In ogni donna è presente la parte bianca e quella nera, si diventa donne nel vero senso della parola quando si riesce a contemperare queste due parti in un equilibrio, anche se è sempre un equilibrio instabile. Il prevalere dell’una o dell’altra parte crea esseri imperfetti e sofferenti. Credo sia anche questo il contenuto del film.

    • Sì. Per fortuna questo film rielabora questi classici temi per tirarne fuori qualcosa di diverso dal solito contrasto anche un po’ sterile oramai… A proposito di lady nere ho da poco visto il Macbeth di Polanski, fantastico

  7. Ottimo articolo. Il Cigno Nero in quanto a temi è pesante come un’incudine, ma ben realizzato. Non riesco a criticarlo. La cosa che mi fa un po’ specie è che amo i film con le storie di questo tipo eppure non riesco a inserirlo tra i film che mi hanno emozionato. Ma sicuramente è buono, molto buono.
    Anch’io conosco ragazze che hanno avuto problemi a vederlo e persone che hanno abbandonato la sala… Ma il problema non è tanto la violenza, quanto l’angoscia che mette.

    • Anche a me piacciono le storie intrippanti da baratro (L’inquilino del terzo piano) però ti devo dire che anche io non me lo rivedrei certo tutti i giorni questo film… Penso che sia un po’ lo stesso meccanismo di Arancia Meccanica, solo con l’angoscia, e non con la violenza: un deterrente insomma a fare questi classici dualismi da 2 soldi che starebbero solo nella testa tua e in quella malata di chi li vede. Non nella realtà. Eppure certe ragazze invece lo trovano liberatorio… ehm ehm

  8. Ho trovato molto interessante l’uso di tre attrici (Portman-Kunis-Ryder) dai volti simili tra loro, e la scelta dei costumi, anche quelli per le scene al di fuori del teatro: soprattutto le imbarazzanti tute dai colori pastello della Portman contrapposte agli scuri di Mila Kunis.

    • Sì, indubbiamente la Kunis ha più gusto. Che poi non sarebbe nemmeno un omicidio indossare colori chiari (con cautela) però per la Portman/cigno bianco esistono solo e solamente quelli, sintomo di purezza. E li c’è un’altra prova che sta proprio messa male sin dall’inizio… 😀

  9. Ti devo correggere: nella foto non c’è il suo compagno Benjamin Millepied, ma il regista Aronofsky!
    Il film è meraviglioso, il mio preferito della scorsa stagione!

  10. Bellissima recensione, davvero! Il tuo blog mi piace sempre di più! 😀
    Però forse sono di parte, perché hai parlato positivamente di uno dei miei film preferiti (assieme a The Wrestler). ADORO Aronofsky… lo considero geniale.
    Non dimenticherò mai Requiem for a Dream. Tutti i suoi film mi rimangono dentro per giorni e giorni.

    • Io pensa che a 16 anni ho visto Pi-greco mezzi: una gioventù traviata la mia 😀 Davvero un regista molto bravo: uno dei più promettenti per il futuro. Poi, anche se questo film deve molto a Cassavetes e all’interpretazione di Gena Rowlands, è indubbiamente una delle pellicole che ha capito di più della femminilità occidentale in questi ultimi tempi. Non a caso ha avuto moltissimo successo di pubblico femminile, soprattutto tra i cigni bianchi, oserei dire, tiè: al massimo grigi 😉

      • Gena Rowlands era in Black Swan?? O_O
        Che parte faceva? Non ricordo parti importanti di signore di mezza età, a parte Barbara Hershey. Con Cassavetes intendi Cassel? Scusami, mi sta venendo il dubbio di essermi persa attori illustri nel film. Ho il blu-ray, al massimo se ho tempo stasera me lo riguardo! 😀

        Hai ragione, un film bellissimo, con figure femminili molto azzeccate. Pi Greco è un film traumatizzante… l’ho visto anni fa, mi era piaciuto ma dovrei rivederlo. Non so se ne avrò il coraggio: ancora non ho avuto il coraggio di rivedere Requiem for a Dream lol!

    • No, no tranquilla. Non ci sono loro due nel film! Parlo dell’antecedente film di Cassavetes “La sera della prima” con la Rowlands, che ha molte somiglianze con questa pellicola di Aronofsky, ne parlo un pochino anche sopra. Scusa ho questo brutto vizio di non mettere mai i soggetti 😀
      Purtroppo, io ho rivisto di recente Requiem e ancora un pochino di nausea al pensiero… come credo che fosse l’effetto voluto! La storia più bella è quella della vecchia comunque, secondo me

      • Oddio, scusa! Non avevo capito nulla. Mi sono riletta il tuo commento e in effetti era abbastanza chiaro, anche alla luce della citazione nel tuo post.
        Vedi che dormire poco mi fa male… il mio cervello rallenta. 😛

        Requiem for a Dream mi ha fatto proprio venire il senso di vomito. La parte finale soprattutto è un crescendo vorticoso e intollerabile. La storia della vecchia mi ha fatto stare malissimo, povera. 😦
        Jennifer Connelly poi l’ho trovata fantastica: secondo me la parte della ricca ragazza drogata è stata una delle sue migliori interpretazioni.

  11. Questo film io ho dovuto lasciarlo a metà invece, mi ha messo un’ansia addosso non indifferente. Però ora che ho letto questa recensione mi farò prestare il dvd e tenterò di rivedermelo con un occhio differente..grazie!

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