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J. Edgar: Lettera aperta a Clint Eastwood

Carissimo Clint,

anche quest’anno ci hai regalato un bel film, nonostante la tua veneranda età, e devi essere orgoglioso per questo. C’è chi non riesce a fare uno straccio di film decente neanche a cinquant’anni come Paolo Genovese, invece te, a ottantun’anni suonati, riesci ancora a tenere in piedi una pellicola cinematografica e per di più di stile classico, nonostante ogni tanto ci dai un po’ troppo giù di steadycam, e quest’ultima cosa te la devo dire perché ti voglio bene. Uso il verbo tenere in piedi perché i film li produci anche e scrivi colonne sonore che non hanno nulla da invidiare alle altre. Devo confessarti che non mi va di recensire seriamente il tuo film per ora, perché ho ancora un senso di saturazione che non riesco a togliermi, ma ti prometto che lo farò presto. Dopo tutto è stato un bel film, fatto molto bene: bella fotografia, bravi gli attori, montaggio alternato in varie epoche. L’unica cosa che volevo chiederti per il futuro è se la prossima volta una mezz’oretta di sconto ce la puoi fare, poiché il russìo molesto di alcuni spettatori mi ha provocato non pochi fastidi, soprattutto nella parte centrale del film.

Verso la fine si sono svegliati e ho sentito che dicevano che gli era piaciuto il film, ma se la svolta fosse avvenuta un po’ prima magari avrebbero visto anche quella. Ora passiamo alle cose serie. Così, a caldo, J. Edgar mi ha un po’ ricordato The aviator, un precedente tentativo operato da Martin di far sembrare Leonardo Di Caprio vecchio all’interno di un filmone biografico. Ti assicuro, caro Clint, che ciò non è umanamente possibile: al massimo Di Caprio può far sembrare più vecchi tutti gli altri. Se vuoi un ulteriore controprova di ciò, ti posto qua sotto dei frames tratti da Revolutionary Road di Sam Mendes, dove Kate Wislet, sebbene debba interpretare la moglie, sembra la madre (oppure, se preferisci, la zia) di Leonardo Di Caprio, nonostante egli sia addirittura anagraficamente più vecchio di un anno rispetto a lei:

Leonardo Di Caprio (1974): gli darei 25 anni giusto per la ruga (volutamente) corrucciata sulla fronte

Kate Wislet (1975), dimostra tranquillamente e giustamente i suoi 35 anni, il fascino della donna matura

Lo so, caro Clint, che ti piace raccontare le storie senili, lo fai sempre, ma a volte ho il dubbio che Di Caprio con l’età ringiovanisca invece che invecchiare, quindi forse non era l’attore più adatto per la parte. Per quanto riguarda quella porzione di film che tratta l’omosessualità più che latente del protagonista (ci ha frustrato un’intera nazione… quindi alla faccia della latenza!) non ti devi proprio preoccupare: ho sentito dei mormorii che non ho capito bene se fossero di piacere, però, come diceva Oscar Wilde (e costui dell’argomento suddetto ne sapeva qualcosa) “…purché se ne parli”. Ultimissima cosa, lo giuro, non ti voglio togliere troppo tempo (facciamo le corna): la prossima volta evita di spruzzare puzza di premio oscar per tutto il film, o forse è stato l’evergreen Leonardo, intimorito dalla paura di ritrovarsi presto lattante e impossibilitato a reperire un premio come futuro embrione? Vabè, insomma, provvedi, perché magari la prossima volta può venire su un film curatissimo come questo ma più sincero, tipo lo spirito che c’era in Million Dollar Baby (anche se forse anche la seconda parte di quello puzzava un pochetto, e infatti s’è visto…).

ps. Ancora non mi capacito di come la sala fosse strapiena, nonostante tu abbia scritto il tuo nome così piccolo nella locandina, lo so che sei modesto, ma la prossima volta prenditi un po’ di spazio per te, magari così, sulla fronte di Di Caprio…

pps: Se la prossima volta avessi la possibilità di scegliere (a meno che non sia un problema dato i tempi che corrono) un personaggio un’anticchietta meno reazionario di questo, allora mi renderesti la persona più felice del mondo…

ppps: Non te la prendere per le piccole critiche, sono a fin di bene perché lo so che puoi fare di meglio! E sei bravo anche se l’oscar non lo prendi e prendi solo la nomination… Certo, mi dirai, vallo a a spiegà a Di Caprio!

pppps: L’importante è partecipare e fare concorrenza al botteghino a Immaturi 2, con Genovese non ci può essere minimamente paragone: faresti un film meglio dei suoi anche dalla tomba, continua così!

Ti saluto affettuosamente ispettore Callaghan,

come fossi un nonno,

Ale

Clicca il santino per scoprire cosa ha fatto nonno Clint nella sua lunga carriera

13 commenti su “J. Edgar: Lettera aperta a Clint Eastwood

  1. Nonno Clint resta un grande come sempre, ma con questo film confesso che mi ha deluso un pò. A parte la lunghezza eccessiva, la pellicola perde parecchi ritmo a causa di un insistere secondo me eccessivo sulle vicissitudini personali del protagonista: i problemi con la madre, quelli inerenti la sfera sessuale, secondo me sono tirati troppo per le lunghe, e alla fine non si capisce se J. Edgar è un film su un uomo e sui suoi drammi o un film sui meccansimi oscuri del potere, o su tutti e due. Esteticamente bellissimo, ma narraivamente un pò deboluccio. Lo confesso, il nonno Clint e i suoi capolavori mi mancano.

  2. Pensa che invece a me non passavano mai i momenti storico-analitici… un po’ l’effetto che mi ha fatto il dettagliatissimo Tutti gli uomini del presidente. Io credo che Nonno Clint i momenti intimi ce li ha messi non solo per mostrarci le due vite del protagonista, ma per farci vedere quanto esse fossero intimamente collegate… Le manie di perfezionismo della madre, le assenze del padre sono tutte cose che hanno influenzato la sua volontà di repressione, di essere a capo di tutti e a tutti i costi… Nonostante tutti i fatti storici, credo che sotto il terrore sfrenato del comunismo si celi la paura di perdere la casa e con essa la madre e tutto il piccolo asfittico mondo costituito dalla sua famiglia ridotta… non so se ho spiegato bene… Non è un capolavoro ma è un film ammirabilissimo per questo modo di fare parallelo.

  3. Ciao! Vengo a trovarti io, dopo che tu sei venuta da me!
    Clint Eastwood mi spaventa un po’. I suoi film hanno sempre del drammatico che mi frena dal vederli anche quando tutti mi dicono che sono fantastici. Dopo l’angoscia esistenziale causatami da A.I. (che non è suo, ma è un film che mi ha uccisa), non guardo con facilità film che temo/so che mi faranno piangere… perciò (sacrilegio!) ancora non ho avuto il coraggio di vedere Million Dollar Baby o Gran Torino (nel frattempo faccio spam per il mio cantante preferito, Jamie Cullum http://www.youtube.com/watch?v=OOph9-XrOaQ).
    Questo film è stato interessante per la storia presentata, sia dal punto di vista personale che storico. Hoover non ci stava con la testa, ogni cosa accadesse contro i suoi piani era un motivo per spingerlo a prendersela con qualcun’altro… Come hai detto tu, privato e pubblico erano collegati, anche perché metteva molto impegno e passione nel suo lavoro (e meno male, dato il ruolo) quindi il mondo lavorativo non era una cosa che potesse scivolare via senza toccarlo troppo…
    Comunque non mi ha convinta del tutto, un po’ per il trucco da vecchio che era troppo finto (non so se si possa far di meglio, ma comunque non era ottimo da vedere. Né le voci… forse in inglese sarebbe stato meglio, chissà), un po’ perché non so quale motivo, ma non sono uscita dalla sala soddisfatta ed esaltata, anche se è stata una visione piacevole.
    La scena del vestito e della collana… *___*

    Bye!

    • Uei ciao! Anche a me il trucco non ha convinto molto, più che altro fatto su Di Caprio come ho scritto sopra! L’attore che ringiovanisce 😀
      Comunque hai ragione che A.I. è un film straziante però la logica di Eastwood è molto diversa da quella di A.I, dietro al quale c’è il genio miliardario di Spielberg(sebbene molto bello si capisce che è appositamente molto straziante per far lacrimare, non totalmente genuino)…
      Nonno Clint vuole invece soprattutto far ragionare, più che far soldi 🙂
      Million dollar e Gran Torino sono davvero belli.
      In ogni caso anche io stavolta sono uscita non pienamente soddisfatta: un film un po’ squilibrato in certi punti. E poi sicuramente è come dici tu: il doppiaggio italiano è abbastanza penoso, spesso e volentieri, e tradisce l’audio originale…
      Ci becchiamo presto sul tuo blog comunque!

  4. Non l’ho ancora visto – spero di essere perdonato.
    Ma voglio dirti che questo è il modo di scrivere che mi intriga. L’ironia e il disincanto aiutano.
    A volte mi addormento su quelle presunte indagini filmografiche fatte di nomi (regista, tutti gli attori, sceneggiatore/i, produttore, tecnico/i luci, spazzolatore di scarpe, rifilatore dei maglioncini della protagonista, pulitore bagni, autisti vari…)
    Mi hai capito.
    Grazie e ancora così. Siamo tutti con te.
    mfr

    • ahahahahha… In realtà ci tengo molto a far valere il lavoro di tutti però mi rendo conto che può essere noioso parlare del cast tecnico per gli esterni, quindi lo faccio solo quando è davvero qualcosa da far notare… Se queste recensioni alternative hanno il successo sperato e mi pare proprio di sì, ne seguiranno altre alternate a quelle più normali, anche se sto cercando di personalizzare lo stile anche di quelle. Se non l’hai già vista puoi guardare la recensione di Immaturi 2 che mi hanno detto che fa ridere.
      Grazie mille per i complimenti!
      Ale

  5. Ahaha, ottimo post! Siamo in tanti a seguire Clint “a fiducia” ma in effetti un po’ di film negli ultimi anni se li poteva anche risparmiare.

    • Vedendo il tuo stile-pensiero, non avevo dubbi che ti sarebbe piaciuto! Te lo volevo quasi consigliare ma poi mi prendeva male a scriverti tre commenti di fila(un mio classico, ma te ne ho riservati solo due)… Clint è sempre Clint, ci tiene sempre a mantenere un livello molto popolare facilmente seguibile da tutti, un po’ melopappone, in alcuni film meno, in altri più, questo è uno di quei casi più.
      Ci si becca sui blogsss

  6. Non so se sia ironia o sarcasmo quello che metti in queste recensioni, ma le rendi piacevolissime e… sogghignavo. Purtroppo non ho visto l’ultima fatica di Eastwood, ma ho visto più di uno dei suoi ultimi film, a partire da Million Dollar Baby, in giù, di Natale in Natale, fino al penultimo (quello con Matt Damon). Per quante critiche si possano fare, i suoi film non hanno niente a che vedere con l’impareggiabile profondità di quelli di Genovese, (non capisco nemmeno perchè li producano certi filmacci… se di film si può parlare!).
    Ok. Mi riprometto di vedere anche J. Edgar.

    • Sono felice che ti abbia intrattenuto questo pezzo 🙂 Comunque quando un film non mi convince del tutto, mi vengono in mente delle cose durante la visione, anche abbastanza cretine, poi quando torno a casa spesso capita che non mi vada di fare una recensione seria quindi le rielaboro così prima di dimenticarle… Comunque va visto, davvero, per i collegamenti tra vita privata e vita pubblica: a parte scherzi, Clint è uno dei pochi che cerca ancora di dare delle spiegazioni profonde alle cose! Gli altri ormai vanno tutti verso l’ermetismo dei sentimenti e della regia pure… Mitico Nonno Clint! Siamo tutti con te 😉
      Genovese ineguagliabile: ho dedicato un pezzo simile anche a lui e calcola che ancora oggi la gente finisce da google sul mio blog cercando isola di paros 😀

  7. […] si stanno facendo tutti un po’ vecchiotti, escluso ovviamente, potete rinfrescare qui la memoria della questione, l’evergreen Leonardo Di […]

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